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Tempura: ovvero impastellamo e friggemo er mondo!

Non è che voglio fare il cosmompolita, al massimo sono per l’internazionalismo proletario, ma di sicuro il fatto di vivere in una metropoli ci permette di avere a portata di mano delle piccole, ma assolutamente importanti, varianti che danno un tocco di prelibatezza e allietano la nostra vita. Nel caso specifico si tratta della farina di riso, che riesce a conferire una croccantezza indescrivibile alle nostre fritture e a fare della pastella un’esperienza di vita.

Cosa fare? Riempire un wok, o un bel pentolone di olio di semi di arachidi. Preparare la pastella che sarà invariabilmente composta da: metà farina di riso, metà farina bianca 00, acqua supergassata ghiacciata. Le quantità naturalmente dipendono da quanta roba dovete friggere, ma le dosi sono invariabilmente metà e metà. Non mettete uova, non servono e assolutamente no sale (che ammoscia il fritto). Dopo di che tagliate in piccoli pezzi quello che volete: melanzane, peperoni, carote, oppure pulite qualche gambero, qualche scampo, delle alici, per arrivare ad osare con la porchetta (vi assicuro che è una delle cose più buone del mondo) con le barrette al cioccolato (mars, twix e compagnia cantante) o il gelato (cornetto algida o magnum i miei preferiti). Qualsiasi cosa ricoperta di pastella, fritta dorata e poi messa ad asciugare su carta assorbente, sarà inevitabilmente ottima. Due piccoli accorgimenti: non mettete il fritto in caldo in luoghi chiusi (tipo il forno) se lo fate in precedenza: si ammoscia con l’umidità. Quindi lasciatelo sempre in un posto dove circoli l’aria. Salate solo all’ultimo momento: il sale sul fritto caldissimo ammoscia e a noi piace croccante.