Il carciofo dovrebbe essere venerato come una divinità. Bruttino all’occhio, deve essere sapientemente ”capato” (mondato) per poter essere commestibile, ma nasconde dentro di se un’armonia di sapori che ne fanno uno degli ortaggi più prelibati al mondo. Io preferisco quelli romaneschi, col fiore tondo-sferico. Esiste anche la varietà pugliese, dal fiore più allungato che sinceramente trovo meno buona.
Qui vi propongo una doppia ricetta, dovuta al fatto che ciò che non si fa a tempo a mangiare, diventa base del piatto del giorno dopo.